studi_locale_Mentana_03062019-Associazione culturale
75 anni fa, ci fu quello che per Mentana è stato l'evento bellico più cruento: il bombardamento alleato.
Non fu, però, il solo atto di guerra che scioccò la vita del paese in meno di un anno, dal settembre '43 al giugno '44.
Dopo la caduta del governo di Mussolini nel luglio del 1943 e la nomina del successore, il Gen. Badoglio, iniziano le trattative segrete con gli anglo-americani per un armistizio separato dalla Germania, che viene siglato il 3 settembre e proclamato pubblicamente solo l'8 dello stesso mese.
A quella data l'esercito tedesco (la Werhmacht), aveva già attuato l’invasione e l’occupazione dell'Italia con l'operazione Alarico, iniziata subito dopo la nomina del nuovo governo italiano: in tutto il Lazio c'erano circa 25.000 soldati tedeschi.
Dopo il comunicato dell’armistizio, i tedeschi attivano l’operazione Centro Marte, ovvero il lancio di un intero battaglione di paracadutisti su Monterotondo con il compito di catturare il comando supremo del Regio Esercito che era asserragliato a Palazzo Orsini. Tale operazione ebbe luogo poco dopo le 8 del mattino del 9 settembre '43 tra Osteria del Grillo, Monterotondo e Mentana, con una manovra a tenaglia. Due compagnie di paracadutisti si lanciano per prendere terra tra Monterotondo e Osteria del Grillo, altre due tra Monterotondo e Mentana[1].
Ma il blitz tedesco risulterà poi essere vano perché, nella notte tra l'8 e il 9 settembre, ci fu l'evacuazione del comando supremo dell'esercito italiano da Monterotondo a Roma, nella sede naturale dei palazzi Baracchini e Caprara[2]. Mentana, che era la dimora del Capo di Stato maggiore dell'Esercito italiano, il Gen. Roatta, fu testimone di questo trasferimento[3].
Nel mentre imperversava la battaglia a Monterotondo, verso le ore 14.00, il II Battaglione del 58° Reggimento di fanteria "Abruzzi", proveniente da Roma-Montesacro, giungeva a Mentana dove superò senza difficoltà la resistenza di un plotone di paracadutisti tedeschi per proseguire poi verso il grosso della battaglia[4]. In questa occasione si distinse il Tenente dei carabinieri GARRONE Fausto al quale, nel marzo del 1949, fu concessa la medaglia di bronzo al valor militare: l'ufficiale, in servizio isolato a scopo informativo, mentre rientrava al proprio comando a missione ultimata, veniva a conoscenza da parte della popolazione civile di Mentana del lancio dei parà tedeschi. Di propria iniziativa, servendosi di armi e munizioni trovate in un magazzino, organizzava con i civili del posto una resistenza contro il reparto nemico che nel frattempo era sopraggiunto. Dopo circa un’ora di conflitto a fuoco i tedeschi ripiegano sul grosso delle loro forze[5].
Testimonianze di civili armati a Mentana sono raccolte nel libro Mentana 1943/44 del prof. Lucio Cantagalli[6].
[ ] TESTIMONIANZA SULL'8 SETTEMBRE
Entra così la guerra in provincia di Roma e di Rieti, in Sabina e nell’area salaria-nomentana, anche se Mentana già respirava quell'aria pesante sin dal mese di luglio quando accolse 280 sfollati a seguito del bombardamento di Roma, alloggiandoli nelle scuole, nei magazzini e in abitazioni private.
Con l’8 settembre, fuggirono dal campo di concentramento di Passo Corese i prigionieri alleati che si sparsero nella macchia della Sabina, arrivando anche nei boschi intorno Mentana. Questa situazione spinse i tedeschi a rendersi sempre più minacciosi, ad effettuare controlli, ad imporre il coprifuoco ed il divieto dell’ascolto della radio, ad effettuare perquisizioni e controlli, a prendere ostaggi ed eseguire azioni di rastrellamento di uomini per lavori forzati soprattutto lungo le vie di collegamento.
Molti mentanesi erano in contatto con i soldati alleati che si nascondevano nei boschi intorno al paese e rifornivano loro vitto e vettovagliamento, per quel poco che potevano visto le precarie condizioni in cui versava tutta la popolazione. I tedeschi non potendo avallare questa situazione, decisero di attuare un'azione intimidatoria alla popolazione. La mattina del 27 ottobre 1943 fu attuato il rastrellamento tra la popolazione maschile di Mentana, catturando circa 300 uomini: nel tentativo di fuggire furono uccisi Aurelio Moretti, Cesare Di Vincenzo, Antonio Volpe, Luigi Guidarelli, Agostino e Massimo Piergotti. Gli altri furono condotti verso Roma e, all'altezza di Casal de' Pazzi, furono interrogati sugli alleati e su chi li aiutasse a nascondersi, minacciati di rappresaglie future e poi liberati: benché in una situazione a dir poco precaria, nessuno di loro rispose[7].
I tedeschi requisirono ed occuparono diversi locali che adibirono a postazioni militari, magazzini e casermaggio. La vita in paese era difficile tra coprifuoco, controlli e rastrellamenti per i lavori forzati.
[ TESTIMONIANZA DEL RASTRELLAMENTO ]
Nel maggio '44 scatta l'operazione Diadem con la quale gli alleati sfonderanno la linea Gustav a Cassino il 18 di quel mese; il 20 maggio gli alleati puntano su Roma, il 25 maggio le forze provenienti da sud si uniscono a quelle sbarcata ad Anzio, il 26 maggio la V armata americana stabilisce il comando delle comunicazioni sul Monte Gennaro , il 28 maggio si combatte a Velletri, Valmontone, Ceprano ed a Mentana, zona Mancini, ci sono limitati bombardamenti per contrastare e disturbare la ritirata tedesca.
Il 2 giugno gli alleati sono alle porte di Roma ed inizia la smobilitazione tedesca.
Il 3 giugno alle ore 6,30 il bombardamento di Mentana per evitare il convergere di forze tedesche su Roma, per spezzare i collegamenti e posizioni tedesche, per fare terra bruciata e non minata, per consentire l’avanzata alleata. La morte corre su via 3 Novembre, via S. Giorgio, via Roma, Via Cecconi, alla Selciatela.
Il 4 giugno i tedeschi abbandoneranno Roma
L’effetto del bombardamento è devastante, perirono subito sotto le macerie o in seguito alle ferite riportate 61 persone, 58 le case distrutte, 28 quelle danneggiate, 355 saranno i senzatetto.
La lapide marmorea che vediamo qui presente, e che è stata posta dal comune nel 1964, elenca 72 nomi. Dallo scrupoloso lavoro di ricerche fatto alla fine degli anni 90 dal prof. Lucio Cantagalli, emerge con non tutti i nominativi riportati sono morti a causa del bombardamento, 11 di essi sono deceduti per altra causa: scoppio di proiettili di artiglieria, di mine o di bombe a mano. Sempre dalla ricerca del professore, si evince che nel bombardamento sono decedute almeno 5 sfollati e di essi uno non è indicato nella lapide (Paternesi Tobiolo), così come pure non sono indicati i 6 morti del rastrellamento del 27 ottobre 1943.
Oggi, a 75 anni da quei fatti, segnaliamo il ricordo di alcuni civili caduti qui a Mentana e chiediamo alle autorità presenti di valutare l’aggiornamento dei nomi sulla lapide marmorea.
La memoria va tramandata, amplificata dalla conoscenza dei fatti e del loro significato perché la memoria sia anche riflessione e dovere.
Il bombardamento di Mentana è un fatto storico che fa citare l’espressione di Cicerone: La storia è testimonianza dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, nunzia dell’antichità.
Come tale chiama la scuola, le istituzioni e i cittadini a commemorare quel giorno come “giorno della memoria”.
[1] BRECCIA Gastone, Nei secoli fedele, Mondadori, Milano, 2014, pp. 259 e 265
[2] BRECCIA Gastone, Nei secoli fedele, Mondadori, Milano, 2014, p. 257
[3] CANTAGALLI Lucio, MENTANA 1943/44. Storia minore di una terra e della sua gente, Edizioni ARACNE, Monterotondo, 2000, pp. 87-92
[4] BRECCIA Gastone, Nei secoli fedele, Mondadori, Milano, 2014, pp.282-283
[5] Museo storico dell'Arma dei Carabinieri, Albo decorati
[6] CANTAGALLI Lucio, MENTANA 1943/44. Storia minore di una terra e della sua gente, Edizioni ARACNE, Monterotondo, 2000, pp. 87-92
[7] CANTAGALLI Lucio, MENTANA 1943/44. Storia minore di una terra e della sua gente, Edizioni ARACNE, Monterotondo, 2000, pp. 99-113
Autore |
Titolo |
Editore |
Luogo |
Anno |
---|---|---|---|---|
Autori vari |
Quaderni della resistenza laziale volumi 1-8 |
Regione Lazio |
Roma |
1976-78 |
|
Italia Martire |
Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra |
Roma |
1980 |
|
50° anniversario della battaglia di Monterotondo 9.9.1943-9.9.1993 |
ANPI, Provincia di Roma, Comune di Monterotondo |
Monterotondo
|
1993 |
|
I carabinieri a Monterotondo, 1943 |
Le Fiamme d’argento, periodico n.4/5 |
Roma |
2007 |
AVAGLIANO Marco |
Roma alla macchia |
Avagliano editore |
Roma |
1997 |
|
Il partigiano Montezemolo |
Baldini-Castoldi |
Milano |
2012 |
BRECCIA Gastone |
Nei secoli fedele |
Mondadori |
Milano |
2014 |
CANTAGALLI Lucio |
Mentana 1943-44 |
Aracne editrice |
Monterotondo, Mentana |
2000 |
CATERINA Paolo |
8 settembre 1943. I Carabinieri difendono Roma e Napoli |
Rassegna dell'Arma dei Carabinieri n. 3 |
Roma |
2016 |
CIPOLLONI Antonio |
La guerra in Sabina |
Celori |
Rieti |
2011 |
MAGGIO Franco |
La battaglia di Monterotondo |
DVD autoprodotto |
Monterotondo |
2103 |
MASSIMIANI Umberto |
La Guardia di finanza nella storia |
Comitato culturale "Mentana incontra...2011" |
Mentana |
2011 |
|
Il bombardamento di Scandriglia |
Istituto di studi Sabini |
Scandriglia |
2014 |
MAZZANTI Gastone |
Roma violata |
Teos |
Roma |
2006 |
PILERI Pietro |
Sabina anno zero |
Cassa di Risparmio di Rieti |
Rieti |
1985 |
SBERGAMO Valter |
9 settembre 1943. Attacco dal cielo |
Rassegna dell'esercito online - n.3 |
Roma |
2015 |
TEDESCO Viva |
Il contributo di Roma e della provincia nella lotta di liberazione
|
Provincia di Roma, Università La Sapienza |
Roma |
1963 |
VICARIO Salvatore |
Mentana, cavalcata su tre millenni |
Santini |
Sarzana |
1967 |
|
Nomentum, Lamentana, Mentana |
Istituo Poligrafico Zecca dello Stato |
Roma |
1999 |
Memoro - la Banca della Memoria. Progetto "no profit" dedicato alla raccolta in parte autoprodotta ed in parte spontanea delle esperienze e dei racconti di vita delle persone nate prima del 1950.